Il Facility Management al centro di una svolta epocale

Data di pubblicazione: 07 NOV 2019
Il 20° FM Day restituisce il quadro di un mondo aziendale a confronto con la necessità di rifondarsi per sopravvivere, e che deve trovare nel Facility Management un supporto decisivo
 
Milano, 7 novembre - Il Facility Management Day dello scorso 6 novembre a Milano ha offerto al vasto pubblico presente la chiara percezione di essere al centro di un importante momento di svolta, non solo per chi opera nella gestione dei servizi, ma per tutto il mondo economico, produttivo e non solo.
 
I temi della sostenibilità, nella sua accezione più completa, della necessità di rifondare stili manageriali e vision aziendali, di una revisione completa del concetto di responsabilità per individui e imprese hanno attraversato la trama di tutte le conferenze in programma nella 20a edizione dell’appuntamento di riferimento per il Facility Management in Italia.

Queste tematiche sono state affrontate in maniera esaustiva e programmatica già in un affollatissimo convegno d’apertura che, con la moderazione del giornalista Giampaolo Colletti, ha offerto i contributi di Alessando Cravera, Docente Sviluppo Manageriale Sole 24 Ore Business School e Partner Newton, Oscar Di Montigny, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum e Marco Decio, Presidente di IFMA Italia.

Alessandro Cravera nel suo intervento ha notato come molte aziende si scoprano di colpo impreparate nel gestire la complessità e la velocità dei problemi che la realtà pone oggi loro di fronte. Il rischio evocato da Cravera è quello di ricorrere a ipersoluzioni, seguendo prassi consolidate che in un contesto tanto complesso e variabile sono destinate a fallire o, ancora peggio, a raggiungere l’obiettivo provocando però una miriade di danni collaterali che verranno scontati nel prossimo futuro. 

La giusta risposta, secondo Cravera, parte prima di tutto dall’accettare una situazione in cui ogni istante è diverso dal precedente e dal successivo e in cui non vi sono più formule vincenti applicabili e adattabili nel tempo. L’attuale panorama non solo economico e produttivo, ma per molti versi esistenziale, richiede di saper leggere il contesto del momento, estrarne per quanto possibile le variabili in gioco, prevedere la loro interazione e trovare all’istante una formula vincente, consapevoli che il lavoro dovrà ricominciare da zero davanti al prossimo, mutevole contesto.

Cravera ha perciò sottolineato come il presente e il futuro non appartengano più ad un modo di pensare fondato sulla rigida divisione di ruoli e responsabilità, in una catena in cui ognuno può limitarsi a fare il compito lui assegnato senza curarsi del processo nel suo complesso. Il leader vincente, in questo importante frangente storico, non è quello che ha tutte le risposte, bensì chi è capace di responsabilizzare le persone, fornendo loro la libertà e gli strumenti per comprendere come muoversi con efficacia in ogni contesto e creando le condizioni perché le stesse persone possano agire con efficacia. Un passo decisivo, questo, nel creare un’azienda realmente interconnessa, anche questo un tema che ha attraversato diverse conferenze del 20° FM Day. 

Anche Di Montigny ha rimarcato le attuali, gravi difficoltà delle aziende nel saper coinvolgere e motivare i propri dipendenti, collegandola al generale spaesamento di un’umanità ancora sopraffatta dalle straordinarie potenzialità che il web, con la possibilità di comunicare con chiunque nel mondo nello spazio di un clic, porta con sé. In un mondo in cui l’aspettativa di vita di un’azienda si è ridotta in maniera drastica la risposta per Di Montigny è quella di spezzare completamente il legame con le regole, le consuetudini e i modelli sedimentati dell’industria tradizionale per ricostruire tutto dalle fondamenta. Un processo che richiede, in sequenza, di intervenire sugli assetti organizzativi, creare un nuovo master plan, allocare in maniera differente tempo e risorse finanziarie, creare una diversa cultura aziendale e quindi lavorare sulle persone. Ciò di cui assolutamente un’azienda oggi non ha bisogno è, invece, ricercare l’innovazione fine a sé stessa, una formula che nella migliore delle ipotesi può recare solo successi effimeri, sprecando risorse, anche creative, e che ha come unico risultato quello di rimandare il momento dell’inevitabile caduta. L’innovazione va invece orientata in una direzione ben ponderata e precisa, tenendo conto della moltitudine delle variabili oggi in gioco. Un pensiero che ha portato Di Montigny ha toccare con molta enfasi il tema della sostenibilità, anticipando concetti poi ripresi più volte nelle conferenze della giornata, primo fra tutti la necessità di rompere la consuetudine di considerare sinonimi la cura per l’ambiente e la sostenibilità, ignorando la reale ampiezza di un concetto che va a toccare ogni aspetto fondamentale dell’esistenza e che le aziende non possono più permettersi di ignorare. In una realtà in cui tutto è profondamente interconnesso, ogni organizzazione è oggi chiamata ad assumersi la responsabilità del bene comune in ogni sua scelta, proprio per l’enorme potere e per la portata dell’impatto che il mondo aziendale ha sul pianeta nel suo complesso. Il suo agire deve essere perciò guidato dalla consapevolezza che ogni scelta che non promuove il bene comune oggi reca danno a tutta l’umanità. Le organizzazioni devono perciò, secondo Di Montigny, rifondare sé stesse e il proprio agire su un’idea di innovazione che si muova costantemente nella direzione del bene comune.

Il Presidente di IFMA Italia Marco Decio ha notato come il momento di svolta epocale che stiamo affrontando a livello globale sia ben evidente, e da diverso tempo, per chiunque si occupi di Facility Management. La disciplina ha un campo d’azione che attraversa in maniera profonda l’intera organizzazione, qualità che offre un punto di vista privilegiato da cui cogliere in maniera istantanea ogni cambiamento. Quanto percepito in questi anni è stato un mutamento radicale nell’azienda, che a sua volta ha condotto chi opera nel FM a rivedere, e spesso a rifondare, più volte le strategie per porre l’azienda nelle condizioni migliori per operare.

Decio ha colto gli spunti portati da Cravera e Di Montigny per mostrare come il Facility Manager, per sua stessa natura, sia sempre stato abituato a pensare nei termini da loro auspicati: leggendo e prevedendo in maniera rapida l’interazione di diverse variabili ed esigenze e creando soluzioni in grado di migliorare ogni aspetto della vita di tutti i soggetti toccati dal suo operato. Quella del Facility Manager, ha sottolineato Decio, è una leadership collaborativa; non solo perché chi ricopre questo ruolo è abituato a lavorare in squadra, ma anche per la sua propensione a trovare il giusto punto d’equilibrio capace di far muove l’intera organizzazione nella sua complessità verso la giusta direzione. 

L’edizione del 20° anniversario del FM Day si è distinta per l’elevatissima qualità delle conferenze e degli interventi, che hanno toccato un ampio ventaglio di temi che ben testimoniano la straordinaria e rapidissima evoluzione che ha caratterizzato l’intero settore del Facility Management nel corso degli anni: sostenibilità, soft skill, azienda interconnessa, strategie per l’engagement del personale, nuove modalità di rapporto tra real estate e facility, gestione avanzata ed ecosostenibile dei rifiuti, tecnologie evolute per l’FM.

Il Facility Management Day ha fatto registrare per il settimo anno consecutivo un nuovo record d’affluenza, ulteriore testimonianza di un settore in costante crescita, come riportato anche dai dati di mercato raccolti dal Centro Studi di IFMA Italia.