MENSA? NO, RISTORANTE AZIENDALE - Il caso GlaxoSmithkline

Data di pubblicazione: 01 GIU 2010

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Sarà che sono a Parma, ma quello della ristorazione alla GlaxoSmithkline non è un esempio di semplice riorganizzazione: “Abbiamo voluto trasformarla in un fiore all’occhiello per tutto il gruppo da offrire anche a visitatori e clienti.  E oltre al miglioramento dell’area abbiamo innalzato di molto la qualità dei cibi, diversificando prodotti e fornitori. Risultato? Un successo apprezzato da tutti”

Fornire un servizio di ristorazione può, e deve, significare ben più che semplicemente offrire alimenti e bevande al proprio cliente interno. Il momento della convivialità, soprattutto nel nostro Paese, ha un significato particolare che unisce al piacere del cibo, quello della compagnia di altre persone e del relax in un ambiente piacevole. Tre elementi, questi, che difficilmente trovano spazio in quella che è la visione comunemente diffusa di una mensa aziendale. Eppure qualcosa di più e di diverso si può fare, come dimostra l’esperienza della sede parmense di GlaxoSmithKline. A parlarcene è Fabio De Simoni, Facility Manager di GlaxoSmithkline Manufacturing.
Come è organizzata la gestione dei servizi all’interno della vostra sede?
Qualche anno fa l’azienda ha deciso di esternalizzare tutti i servizi e le manutenzioni generali per lo stabilimento. Congiuntamente si è provveduto a creare la funzione di Facility Manager, della quale sono responsabile, che ha il compito di coordinare tutti i partner esterni, di verificare gli standard qualitativi dei servizi offerti e la relativa congruenza economica. Come Facility Manager riporto alla funzione di EHS and Business Excellence che a sua volta riporta alla Direzione di Stabilimento.
Ci parli del progetto che ha portato alla recente apertura del vostro ristorante aziendale.
La sede di Parma aveva una mensa creata 35 anni fa. L’intero ambiente era perciò da rivedere completamente e abbiamo colto questa occasione anche per reimpostare l’intero servizio di ristorazione in maniera differente, non tralasciando l’opportunità di implementare nuove misure volte al risparmio energetico. L’investimento necessario alla realizzazione dei lavori di ristrutturazione ha avuto come focus non solo l’adeguamento estetico e funzionale degli ambienti ma ha considerato anche aspetti volti a migliorare il “carbon footprint”, attraverso soluzioni tecniche mirate al risparmio energetico. I lavori di ristrutturazione sono durati circa sei settimane. La fase progettuale chiaramente è partita prima, con l’analisi delle esigenze legate al servizio.
Come si è svolta questa fase?
Il primo passo è stato quello di ascoltare i dipendenti per conoscere la loro opinione riguardo al servizio di ristorazione e vedere cosa avrebbero voluto migliorare. Non volevamo perciò solo conoscere quale fosse la situazione attuale, ma anche capire quali fossero le loro aspettative rispetto al futuro e quindi avere un’idea dettagliata di quali esigenze avremmo dovuto soddisfare con il nuovo servizio di ristorazione.
Quali sono state le indicazioni fornite dai dipendenti?
Le osservazioni più frequenti sul servizio di ristorazione aziendale erano relative alla rumorosità dell’ambiente mensa e all’efficienza del sistema di condizionamento dell’aria. Questo non deve stupire dato che la sala era stata concepita più di tre decadi fa, secondo la concezione e i regolamenti vigenti all’epoca. Inoltre l’aumento della popolazione aziendale stava mettendo a dura prova gli ambienti costruiti in precedenza. Tutto questo, unito al fatto che lo stabilimento è destinato ad ampliarsi e ad ospitare un numero sempre maggiore di dipendenti nel prossimo futuro, ha reso palese che la necessità di un nuovo ambiente mensa si era fatta impellente. L’occasione di questa ristrutturazione è stata anche sfruttata per operare una rifondazione completa del servizio e per creare non solo una nuova mensa, bensì un vero e proprio ristorante aziendale.
Era questa un’esigenza avvertita anche a livello dei vertici aziendali?
Sì. Lo stabilimento di Parma è un centro di eccellenza per i liquidi sterili e NPI c’era perciò la necessità che anche questo ambiente si allineasse all’alto livello qualitativo della sede. Va anche considerato che questa sito riceve molto spesso colleghi da altre sedi, si può perciò comprendere quanto sia importante disporre di un ambiente in grado di accogliere nel modo migliore anche eventuali pranzi di lavoro e meeting usufruendo della necessaria tranquillità. Per questo motivo nel nuovo ambiente sono state create delle zone riservate proprio ai visitatori; non si tratta però di salette chiuse o dotate di servizi e comfort particolari, bensì di aree che hanno esattamente le stesse caratteristiche presenti nel resto della sala e quindi sono dotate di rete WIFI, impianto fonico e proiettori. Questo perché non volevamo in alcun modo che queste aree riservate veicolassero il messaggio che l’azienda ha maggior riguardo per il cliente esterno piuttosto che per il proprio dipendente. Tutt’altro. Il primo e maggiore interesse del Gruppo era fornire ai dipendenti un ambiente e un servizio di grande qualità, in modo da farli sentire una ricchezza che è interesse dell’azienda curare e valorizzare.
Quali mutamenti sono stati portati all’ambiente e al servizio?
È stato rivisto completamente. Abbiamo creato un sistema ad isole, ognuna dedicata ad una tipologia di alimento, in modo che ognuno possa comporre il proprio pasto minimizzando così il tempo di attesa in fila. Allo stesso tempo, scegliendo il proprio menù, l’utente può comporre personalmente il proprio pasto o dieta. È stata introdotta un’isola dedicata interamente alle verdure, rispondendo ad una necessità emersa durante la fase iniziale di analisi delle esigenze legate al servizio. Il livello qualitativo e la varietà degli alimenti sono stati migliorati in maniera sensibile ed è stata anche introdotta una griglia per preparare la carne al momento e il forno per la pizza espressa. Inoltre i metri quadri sono stati aumentati, ed è stata introdotta una piccola area nella zona di ingresso destinata alla lettura veloce di riviste e testi dedicati al tema dell’enogastronomia e alla dieta salutare.
Il personale come ha accolto il nuovo servizio?
Con entusiasmo. Trascorsi più di tre mesi dall’apertura, ancora ricevo dai dipendenti messaggi di apprezzamento. A parte questo, i risultati sono evidenti: prima le persone si fermavano in mensa solo per il tempo strettamente necessario, ora invece l’ambiente è sempre pieno e le persone si trattengono per l’intera durata della pausa pranzo. Il ristorante aziendale è diventato esattamente quello che volevamo fosse: un luogo di relax che aumenta anche le possibilità di comunicazione tra i dipendenti e li fa sentire valorizzati.
Dal punto di vista energetico quali interventi avete operato?
Diversi e hanno riguardato logicamente tutta la sede, non solo l’ambiente ristorazione. Ora disponiamo, ad esempio, di un impianto di cogenerazione a gas naturale che contribuirà a ridurre l’emissione di CO2 di 1.200 ton/anno. Alcuni degli interventi che hanno riguardato direttamente la mensa sono quelli relativi alla ventilazione e soprattutto all’illuminazione: abbiamo voluto innalzare al massimo lo sfruttamento della luce naturale e abbattere così i consumi; sono perciò state adottate soluzioni innovative come i solar tubes per portare la luce naturale dal tetto. Abbiamo ampliato tutte le finestre, adottato solo lampade a basso consumo e migliorato il taglio termico di tutti gli infissi. Oltre all’effetto di riduzione sui consumi, lo sfruttamento massimo della luce naturale ha permesso di creare un ambiente davvero rilassante e in grado di influire positivamente sul morale del personale. Gli obiettivi di risparmio energetico sono stati raggiunti tutti e prevediamo un pieno ritorno dell’investimento entro cinque anni.
Quali consigli darebbe a un suo collega che dovesse trovarsi a sviluppare un progetto simile?
E’ fondamentale avere chiari gli obiettivi propri, della propria azienda e del cliente interno (voice of the customer) e fare in modo di adottare soluzioni che soddisfino il più possibile le richieste. Il dialogo e il supporto di tutti gli stakeholders è fondamentale per il successo di una iniziativa del genere. Creare una comunicazione aperta, e soprattutto a due vie, è spesso l’elemento che differenzia un successo da un fallimento. 


Fabio De Simoni
è nato a Parma nel 1965 ed è il Facility Manager di GSK Manufacturing Parma. Ha maturato significative esperienze prima nel settore meccanico come responsabile della qualità e poi nel campo alimentare, come responsabile della manutenzione. È in Glaxosmithkline dal 1990, ove ha ricoperto l’incarico di coordinatore della manutenzione degli impianti tecnologici del site. Dal 2000 ha assunto l’incarico di responsabile dei Servizi Generali dello stabilimento di Parma, con la gestione degli interventi di manutenzione edile generale nei vari edifici del fabbricato. Tra i suoi compiti: selezionare i fornitori con il procurement per la gestione dei contratti di fornitura e collaborare con la direzione ingegneria per lo sviluppo del site e con la direzione EHS (Environment, Health & Safety) per l’implementazione della sicurezza nel site.