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ambiente lavorativo ad una specifica attività, dato che le strutture aziendali cambiano rapidamente e gli spostamen-ti sono all’ordine del giorno. La flessibi-lità deve essere perciò alla base della progettazione integrata. A seguire, l’ana-lisi delle esigenze delle strutture da allo-care aiuta certamente ad individuare gli elementi da prediligere, ad esempio aree di progetto o piccole sale meeting”.

Circolare, circolare. E alla luce del sole

Dopo aver visto quali obiettivi perseguo-no i Facility Manager all’atto di immagi-nare lo spazio di lavoro, cerchiamo ora di capire come questi obiettivi vengano poi tradotti in realtà.

Un primo elemento che abbiamo cerca-to di appurare è quale sia l’elemento fisi-co (scrivanie, sedie, spazi per la circola-zione, ecc.) attorno al quale, idealmente, i nostri soci costruirebbero tutto il resto dell’ambiente. L’elemento citato con maggior frequenza è stato senz’altro lo spazio per la circolazione che, come nota Gianni Maja di Avago Technologies, “è un importante elemen-to di sicurezza e fa subito comprendere se il layout è compresso o armonioso” mentre Marco Claudio Agazzi di Alcatel Lucent Italia sottolinea la sua utilità nel “creare tanti microambienti diversi all’interno di un unico ufficio”. L’importanza attribuita a questo elemen-to è probabilmente anche il riflesso del maggior peso assunto dal lavoro di squa-dra nell’ufficio moderno: “gli spazi per la circolazione sono essenziali” dichiara infatti Pillolo di Novell “perché l’am-biente ideale deve raccogliere in gruppi le persone che lavorano per lo stesso team senza isolarle troppo dagli altri e sprecare meno spazio possibile, vista la continua spinta a ridurre i metri quadri occupati al minimo indispensabile”. Grande importanza è attribuita anche agli spazi comuni e alla luce naturale. I primi, secondo Marco Grassi di Eli Lilly Italia, “hanno assunto un’importanza

rilevante come luogo per riunioni infor-mali utili allo scambio di idee e di infor-mazioni”, mentre Paolo Davoglio di Mattel Italia sembra interpretare un pen-siero comune ai nostri soci quando sot-tolinea il valore fondamentale della luce naturale come fattore che “incide moltis-simo sulla qualità della prestazione di lavoro e sull’umore della persona”. L’importanza della luce naturale è risul-tata ancora più evidente quando abbia-mo chiesto ai nostri soci di disegnare la postazione di lavoro ideale: pochi infatti sono coloro che non hanno citato l’illu-minazione come uno dei tre elementi fondamentali in tal senso, spesso accom-pagnandola con l’ergonomicità, l’isola-mento acustico e una climatizzazione ottimale.

Anche Giorgio Barberis di Lutech indica la luce naturale come una delle tre qua-lità che ogni postazione di lavoro dovrebbe possedere, ma come primo elemento indica “la solidità, dato che in qualsiasi azienda un elemento di arredo dovrà subire almeno un processo di moving nel suo ciclo di vita.

La postazione deve essere perciò com-posta da elementi scomponibili che non si deteriorino né nell’uso quotidiano, né durante i traslochi”.

Modularità e solidità, insieme a flessibi-lità e facilità di pulizia, sono anche gli elementi che i soci intervistati citano con maggiore frequenza descrivendo cosa cerchino negli arredi per ufficio. Su que-sto argomento è interessante l’annota-zione fatta da Gelleni di Unicredit Real Estate: “stiamo andando verso tecnolo-gie wireless che consentono di lavorare in qualunque punto dello spazio; quindi, più che gli arredi, credo che l’elemento chiave siano le infrastrutture che non devono porre barriere al lavoratore”. Infine, dopo aver visto come i nostri soci agiscono per creare il loro spazio di lavoro ideale, abbiamo voluto anche discutere dei loro errori, domandando se esiste un materiale o un arredo che giu-dicavano essere un grande investimento ed invece ha creato seri problemi. Le risposte, come si può ben immagina-re, sono state tutte molto eterogenee; c’è chi, ad esempio, ha messo in guardia sull’uso della moquette perché poco ver-satile in caso di re-layout, chi evidenzia la grande difficoltà nel trovare la seduta ideale e chi a sue spese ha scoperto che sul mercato degli arredi per archiviazio-ne non esistono molti prodotti dotati di flessibilità e facilmente adattabili alle diverse situazioni.

E c’è anche chi, come Agazzi di Alcatel Lucent Italia, va più nello specifico e mette in guardia nei confronti dei “mate-riali duri come il gres porcellanato per la pavimentazione.

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