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Sono resistenti, lavabili, si rovinano poco ma allo stesso tempo creano qual-che problema a livello acustico: il rumo-re viene amplificato e non attutito come in presenza di materiali quali gomma o moquette”.

L’incubo di un cubicolo sovraffol-lato. E di un attaccapanni

Dopo aver visto come un ufficio dovreb-be essere, abbiamo anche provato ad utilizzare la prospettiva opposta, chie-dendo ai nostri soci come non dovrebbe essere. Quale singolo elemento, ad esempio, secondo loro è sinonimo di un ufficio mal progettato?

Le risposte raccolte hanno mostrato, oltre ad una generale insofferenza verso la presenza degli appendiabiti tra le scri-vanie, una diffusa avversione al cubico-lo o comunque al suo utilizzo eccessivo. Pillolo di Novell sembra perciò dar voce ad un’idea condivisa dalla maggior parte dei soci interpellati quando afferma: “tra le scrivanie degli open space non vorrei mai vedere divisori troppo alti che richiamano ancora il vecchio e superato concetto di cubicolo. Un ufficio di alta qualità si riconosce più da quello che non si vede: niente accumuli di carta, scatole o altro in giro, niente sporco e niente macchie sui muri. Un visitatore non deve essere distratto da viste spiace-voli, ma percepire solo un ambiente comodo per lavorare al meglio”. Per meglio comprendere cosa assoluta-mente non bisogna fare per creare un ufficio funzionale, abbiamo invitato i

soci a condividere con noi il ricordo del-l’ambiente di lavoro peggio congegnato che gli fosse mai capitato di vedere. Quella che abbiamo raccolto è una lunga, quanto eterogenea, galleria degli orrori progettuali e gestionali con alcuni temi ricorrenti quali il sovraffollamento e la scarsa illuminazione.

Silverio Donghi di Kraft Foods Italia Services ad esempio ricorda quanto visto in una società che opera nel settore dei call center “con dodici persone in circa 18 mq, spazio in cui io sono solito siste-mare al massimo tre dipendenti. L’esatto opposto di quanto ho visto recentemen-te negli uffici della nostra sede in USA, dove la postazione di lavoro è stata sosti-tuita da un arredo che ricorda un como-do salotto di casa”.

Dopo aver chiesto agli intervistati di rivi-vere i loro “incubi”, abbiamo voluto conoscere anche i loro sogni, doman-dando quale soluzione adotterebbero se avessero a loro disposizione un budget maggiore.

Ecco alcune delle loro risposte :

“Cambierei le postazioni di lavoro clas-siche con tavoli collaborativi. Purtroppo, per funzionare, tavoli di questo genere devono essere molto ben strutturati e quindi sono spesso costosi. Potendo, implementerei il wi-fi ovunque e toglie-rei i telefoni fissi”.

“Vorrei avere spazi polmone (scrivanie vuote o interi uffici vuoti) ad ogni piano per creare un sistema di hotelling desk gestibile con sistema di prenotazioni a distanza”.

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