Acqua potabile, normative e analisi: una guida per le aziende di Facility Management

Data di pubblicazione: 02 APR 2024
A cura di Mérieux NutriSciences Italia

L’acqua potabile: un bene prezioso
L’acqua è una risorsa fondamentale per la vita e per il funzionamento delle nostre aziende. La sua qualità e la sua gestione influenzano direttamente la salute dei lavoratori e l’efficienza dei processi produttivi. Per questo motivo, è fondamentale garantire che l’acqua che utilizziamo sia sempre di alta qualità, conforme alle normative vigenti e gestita in modo efficiente.
 
Il riutilizzo dell’acqua: un’opportunità per le aziende
Il riutilizzo dell’acqua non è solo una questione di rispetto per l’ambiente, ma anche un’opportunità per le aziende di ridurre i costi e aumentare l’efficienza. Infatti, l’acqua che viene riutilizzata può essere impiegata in diversi processi produttivi, riducendo così la necessità di prelevare nuova acqua dall’ambiente. Nel caso sia impiegata ad uso umano, deve avere le caratteristiche previste per l’acqua potabile.

La normativa vigente: il Dlgs.18/2023 e il Regolamento Europeo n. 2020/2184
Il regolamento Europeo 2020/2184 costituisce un pilastro importante e di svolta, nell’ormai secolare storia della legislazione sulla qualità delle acque ad uso umano. Il Regolamento è figlio del tempo attuale, in quanto rispetto alle leggi precedenti tiene conto delle emergenze attuali in tema di salubrità dell’acqua e cerca di includere nell’analisi del rischio anche il contesto territoriale, i gestori idrici, i materiali a contatto con l’acqua.
 
Le principali novità
  • Ricerca di nuovi parametri: sono inclusi i contaminanti emergenti Bisfenolo A, PFAS e cloriti e clorati, microcistine L-R, acidi aloacetici, uranio, legionella e piombo. Si attendono linee guida tecniche sui metodi analitici per i PFAS, in particolare con la definizione specifica di “PFAS totali”, oltre alla metodologia per misurare le microplastiche in vista di includerle nell’elenco di controllo.
  • Approccio alla sicurezza basato sull’analisi del rischio: controllo dei parametri sulla base della geologia e della storia dell’area da monitorare, secondo la logica dei «Water Safety Plan». Quindi non più solo parametri obbligatori, ma anche controlli addizionali a seconda di quanto emerge dalla valutazione del rischio sito-specifica: Regioni e Province dovranno effettuarla per la prima volta entro 12 luglio 2027 per i punti di prelievo delle acque destinate al consumo umano e entro 12 gennaio 2029 per tutta la filiera idropotabile.
  • Requisiti minimi di igiene per i materiali a contatto con l’acqua ad uso umano, dei prodotti chimici e dei materiali filtranti utilizzati per il trattamento dell’acqua: introdotti per la prima volta i requisiti minimi di igiene per i materiali che entrano a contatto con l'acqua potabile, ad esempio le condutture. 
  • Parametri e frequenze di controllo in funzione del quantitativo di acqua usata: la frequenza dei controlli dipende dal volume di acqua distribuito o prodotto ogni giorno in una zona di approvvigionamento. I metodi di analisi utilizzati ai fini del controllo devono essere convalidati e documentati conformemente alla norma EN ISO/IEC 17025 o ad altre norme equivalenti internazionalmente accettate.
  • Strutture prioritarie: parametri addizionali. Per la prima volta vengono evidenziate alcune strutture definite "prioritarie" in termini di controllo e monitoraggio, per le quali è prevista anche la determinazione aggiuntiva dei parametri piombo e legionella: strutture sanitarie, alberghi, ristorazione pubblica, caserme...
  • Oltre alla Direttiva, è stata successivamente emanata anche la decisione (UE) 2022/679, che aggiunge ai parametri da monitorare anche 17 – betastradiolo e nonilfenolo.
 
Gli stati europei, con tempistiche differenti, hanno recepito nelle leggi nazionali le indicazioni della Direttiva. In Italia il recepimento è avvenuto con il Decreto Legislativo 18/2023. Tra le particolarità della legge italiana, la lista dei PFAS da monitorare, che vede l’aggiunta di alcune molecole rispetto a quelle incluse dall’Europa, le stesse che erano già presenti in alcune leggi regionali, rilevate a seguito di grandi episodi di contaminazione sito-specifica.
 
I materiali a contatto con l’acqua
Il D. Lgs. 18/23 tratta all’art. 10 i materiali destinati a essere utilizzati in impianti nuovi o, in caso di riparazione o di totale o parziale sostituzione, in impianti esistenti per il prelievo, il trattamento, lo stoccaggio o la distribuzione delle acque destinate al consumo umano e che possono, in ogni modo, entrare a contatto con tali acque.

In particolare si evidenzia al primo punto, tra le caratteristiche che essi devono avere, le stesse che vengono evidenziate nel Regolamento Quadro Europeo sui materiali a contatto con gli alimenti, ossia:
  • non costituire un pericolo diretto o indiretto per la salute umana;
  • non alterare le caratteristiche organolettiche dell’acqua;
  • non rilasciare contaminanti nell’acqua a livelli superiori di quelli accettabili Inoltre, nel caso del decreto in esame, si aggiunge il fatto che i materiali non debbano favorire la crescita microbica.
La Commissione Europa ha adottato recentemente nuovi standard minimi di igiene per i materiali e i prodotti che entrano in contatto con l'acqua potabile, attraverso specifici atti delegati. Tali standard si applicheranno a partire dal 31 dicembre 2026 ai materiali e ai prodotti utilizzati nelle nuove installazioni o in caso di ristrutturazione o riparazione di quelle più vecchie. Si applicheranno ai materiali e ai prodotti destinati a essere utilizzati nelle nuove installazioni per l'estrazione, il trattamento, l'immagazzinamento o la distribuzione dell'acqua, o per i lavori di riparazione, come ad esempio le tubature di alimentazione, le valvole, le pompe, i contatori dell'acqua, i raccordi e i rubinetti.      
Gli atti delegati contengono una lista positiva per le sostanze o gruppi di sostanze già divise per materiali organici, materiali cementizi, materiali metallici e smalti e ceramiche. Sono incluse indicazioni sulle norme tecniche di prova, le migrazioni, e lo studio dei NIAS (sostanze non intenzionalmente aggiunte, note nel mondo dei materiali a contatto con gli alimenti). Sono date anche indicazioni per gestire i dati sui componenti (es. tubi o raccordi) sulla base della valutazione del rischio e dei fattori di conversione da applicare. 

Contaminanti nel prodotto finale: l’acqua potabile
Le prove sui materiali a contatto con l’acqua vanno effettuate in via preventiva, per assicurare che questi non possano costituire una via di contaminazione.
 
E’ però fondamentale assicurarsi che il prodotto finale, l’acqua, ne sia privo. L’analisi secondo quanto indicato, in termini di parametri, frequenze e laboratorio, tutela i gestori idrici nel loro operato.
 
Sono in corso lavori da parte della Commissione Europea su ulteriori metodologie e linee guida richieste dalla Direttiva sull'acqua potabile: sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nell'acqua potabile. Le linee guida per l’analisi delle microplastiche sono state recentemente pubblicate.
 
Il ruolo del laboratorio
Come laboratorio accreditato, specializzato nel campionamento e nell’analisi, sia chimica che microbiologica delle matrici ambientali, siamo in prima linea nell’analisi dell’acqua ad uso umano sotto tutti gli aspetti previsti dalla Direttiva, dal Decreto italiano, ma anche dai recepimenti degli altri Stati Membri.
 
Come esperti di materiali a contatto con gli alimenti siamo inoltre in grado di eseguire i test di idoneità a contatto con l’acqua potabile, e di dare consulenza in tal senso.

Eseguiamo le analisi per verificare legionella e altri patogeni.

Il nuovo approccio previsto dalla Direttiva sulle acque ad uso umano è un esempio concreto di come l’interdisciplinarietà di un laboratorio sia importante quando si parla di una materia che ha a che fare sia con aspetti ambientali che alimentari e che impatta direttamente sull’ambiente e sulla salute umana.