Servizi e territorio urbano, ecco la ricchezza del futuro

Data di pubblicazione: 20 OTT 2014
Intervista ad Alfredo Romeo: servono nuove regole nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese.
Il monito: "Ma senza il ritorno della vera politica il Paese è paralizzato"

Di Francesco Benucci
Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 10 ottobre 2014

Alfredo Romeo è uno dei maggiori esperti nella gestione di grandi patrimoni urbani, di property, facility e road management. Un innovatore: l’ultimo suo prototipo gestionale, il “Modello Insula”, è destinato a riqualificazione e sviluppo dei servizi auto-sostenibili degli enti locali: uno strumento operativo per le Amministrazioni locali senza risorse o sull’orlo del dissesto.

"Nelle società avanzate dell’Occidente ma non solo, con le quali il nostro Paese si integra e compete - spiega l’imprenditore - il ruolo strategico di aziende di servizi come le mie, che operano a supporto del pubblico, è quello di soddisfare i bisogni del cittadino con elevati standard qualitativi, all’interno di processi economici autofinanziati o che, comunque, ottimizzano le limitate risorse pubbliche, come solo la continua innovazione di un efficiente e specializzato approccio professionale privato può garantire".

"Un tale schema però – continua Romeo –  che diviene garante di parte importante della qualità della vita della collettività, per essere compiutamente sviluppato necessita di una “vision strategica complessiva dei problemi” che oggi sembra del tutto mancare alla Politica, soprattutto a livello locale dove, imbevuta di ideologia, autoreferenzialità e timori, spesso non è più in grado di “fare”, “scegliere”, perseguire in tempi certi risultati concretamente misurabili dalle persone, nel rispetto di irrinunciabili criteri di efficienza e sussidiarietà".
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"E ciò - sottolinea Romeo - invece che promuovere l’indispensabile sviluppo dei servizi a sostegno della qualità urbana e territoriale, e del nostro vivere quotidiano, ne compromette sempre di più un possibile efficientamento, con il proliferare di improponibili costi improduttivi, in danno delle limitate risorse disponibili".

Avvocato, qualche esempio?
"Due, per lo specifico settore di cui mi interesso. A Milano, il sindaco Pisapia inventa la soluzione Metropolitana Milanese (che fa un altro mestiere) per  la gestione delle case popolari finora affidate con esiti disastrosi all’Aler. Morale: invece di incoraggiare chi possiede know-how, potendo anche pretendere adeguati livelli di responsabilità sui risultati, ci si affida a chi non ce l’ha  nell’astratto e anacronistico principio che “pubblico è bello”. 
A Napoli, invece, alla scadenza del contratto con noi per la gestione del patrimonio immobiliare comunale (dicembre 2012), in luogo di una gara internazionale per la selezione di un nuovo partner privato di settore, si sceglie di “internalizzare il servizio” affidandolo alla azienda partecipata Napoli Servizi (che non ha mai fatto questo mestiere) registrando a distanza di due anni il ben prevedibile calo di quasi il 70% degli incassi annui per canoni, la quasi totale assenza di manutenzione degli immobili e il blocco delle dismissioni  come pubblicamente riconosciuto da un imbarazzato direttore della Napoli Servizi. Uno stallo che stride con gli impegni assunti dal Comune nel piano di riequilibrio decennale adottato per accedere alle procedure di predissesto  che prevede invece un sostanziale apporto di ricavi proprio dalle dismissioni".
 
E’ un giudizio duro, quello di Romeo, su tecnicalità e vision delle amministrazioni comunali. "Ma questo – spiega - è il punto: la politica soprattutto sul territorio non approfondisce, non progetta e sceglie in base a criteri di astratto o presunto istantaneo consenso mediatico e populistico, e non rispetto ad una concreta e stabile prospettiva di sviluppo e crescita della collettività che rappresenta.  Invece si tratta di capire che Paese vogliamo essere di qui a trent’anni, su quali risorse possiamo fare affidamento, come dobbiamo trasformare mentalità e cultura degli apparati statali.

Luigi Einaudi nel 1960, durante la visita a una fabbrica, pronunciò queste parole: “…migliaia, milioni di individui  lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro”. Ebbene, in 54 anni lo Stato si è allontanato e non avvicinato a questo spirito e a queste imprese. Con rischi di corruzione altissimi – come spiega il presidente Cantone – dovuti molto al reticolo inestricabile e contraddittorio di norme".

Che fare? Secondo Romeo andrebbe intanto riformulata dalle fondamenta la partnership tra pubblico e privato: "Solo così si possono recuperare risorse per riavviare l’economia. Un mercato vero per imprese soffocate, invece, dal corto circuito determinato dal sopravvento della finanza sull’impresa. Sgr e Fondi, per esempio, che dovrebbero gestire i risparmi dei cittadini, si avventurano sul fronte dei servizi, cercando di fare in proprio, e male, quello che toccherebbe ad altri. La finanza che scassa tutto è un tumore che divora risorse e competenze. Il primato invece deve tornare all’industria. Quando Renzi non va a Cernobbio, ma visita una fabbrica di rubinetti e il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, lo affianca, sottolineano entrambi proprio questo. Ecco, anche noi siamo quelli che “fanno i rubinetti”. Noi siamo industria, l’industria dei servizi, che va difesa, sostenuta e rilanciata".

Un quadro fosco ma, secondo Romeo, non privo di novità interessanti: "In questi giorni, a proposito del Decreto Sblocca-Italia, si è parlato di una strategia che va nella direzione che indico: l’ipotesi è di creare domanda interna attraverso l’individuazione di comunità di utenti omogenee, che possano chiedere servizi concordati al mercato privato, in cambio di riduzione o di azzeramento dei tributi relativi a quei servizi. Sarebbe una rivoluzione: aprirebbe nuovi mercati e obbligherebbe i cittadini alla responsabilità sulla gestione del territorio, che è in assoluto il mercato del futuro. Ma tra il dire e il fare!… Ancora un esempio  da Napoli: noi avevamo proposto un progetto basato sugli stessi concetti, l’Insula dell’Antica Dogana, in un’area cruciale della città. Il Comune non ci ha nemmeno risposto, nonostante riqualificazione del territorio e sperimentazione del modello prevedessero un nostro investimento a titolo gratuito di sei milioni. Ora, invece, lo stesso Comune prospetta una spesa diretta di oltre due milioni in un’area meno strategica, affidandosi a competenze tutte da valutare. Perché?"
 
"Da napoletano e imprenditore -incalza Romeo - sono ferito da come è ridotta la città, ma alcune cose si potevano evitare. Ad esempio:  abbiamo chiuso il nostro contratto di gestione con dismissioni da record (oltre 108 milioni in otto mesi) ed entrate da canoni per 40 milioni di euro all’anno. Potrei aggiungere che i piani presentati avrebbero garantito entrate per il Comune di 160 milioni nel 2013, 140 nel 2014, e circa 90 per il 2015. Oggi il Comune non arriva a un terzo degli incassi annuali da canone. Chiedo di nuovo, perché? Il fatto è che la politica è diventata interdittiva e non progettuale. Come interdittiva è diventata la Giustizia, che opera per ipotesi di reato le quali – come spesso si è visto in questi anni – vengono smontate da un sistema di garanzia che per fortuna regge ancora. Ma per quanto? E a che prezzo per cittadini, imprese e sistema economico? Per questo la riforma della magistratura  - come ha raccomandato pochi giorni fa il presidente Napolitano - si impone, soprattutto in termini di competenza individuale. Diversamente sviluppo e modernizzazione restano sogni".

Questo il quadro generale, e le soluzioni?
"Deve esserci certezza delle norme: il caos amministrativo è determinato da margini interpretativi che azzerano la volontà del Legislatore. Poi va frenata la catena di ricorsi fatti solo per bloccare la concorrenza. E soprattutto, ogni riforma dev’essere accompagnata da una stringente norma applicativa che ne delinei il percorso in termini di risultati temporali, con il ripristino categorico del principio di responsabilità su tutti i fronti, dall’imprenditore al magistrato".

E la leva economica del governo del territorio? Qui Romeo lancia un’altra provocazione: "Facciamo le città metropolitane, ma a che cosa servono? Come possono garantire nei prossimi 20 anni più qualità ai loro abitanti? Si risparmia? Io dico di no, senza progetti concreti, soldi certi, responsabilità chiare; e se un amministratore non è davvero competente e il suo ufficio non sa strutturare il percorso di una pratica o di un disegno esecutivo".

Conclusione: secondo Romeo, contro la crisi, servono più privato e più servizi sul territorio, come volani strategici per la crescita e lo sviluppo del Paese. Con un importante distinguo: "Qualche giorno fa ho letto una bella intervista al presidente della Consip, Domenico Casalino. Il suo ragionamento sul controllo della spesa e sui risultati ottenuti era impeccabile.  Mancava però una sottolineatura: la qualità dei servizi offerti. Infatti, solo utilizzando questo parametro si possono riscontrare reale efficacia ed economicità dei servizi, che per loro natura, invece, possono nascondere sprechi dietro risparmi solo apparenti".


SCHEDA BIOGRAFICA
Alfredo Romeo fonda nel 1979 la Romeo Immobiliare, nel 1985 la società finanziaria Romeo Investimenti, nel 1989 la Romeo Gestioni e nel 2001 la Romeo Alberghi (che annovera tra i suoi asset il Romeo, considerato dal New York Times tra i primi quattro alberghi più belli al mondo) e la Romeo Partecipazioni costruendo così il Gruppo Romeo, che rappresenta oggi la prima realtà in Europa nell’offerta di servizi integrati ai Patrimoni Immobiliari.
Coinvolto nel cosiddetto processo Global Service, è stato completamente assolto "perché il fatto non sussiste" dopo sei anni di tempesta giudiziaria.


SCHEDA TECNICA
- Romeo Gestioni cura e gestisce 250 mila unità immobiliari e offre servizi ad oltre 1.500.000 persone
- Il valore della produzione nel 2013 ha superato i 250 milioni di Euro - Il valore complessivo del patrimonio affidato in gestione supera I 14,5 miliardi di Euro. Il valore del portafoglio immobiliare affidato per la vendita supera 1,5 miliardi di Euro.
- Romeo Gestioni cura attualmente servizi di facility per 46 milioni di metri quadrati. Tra i principali clienti di quest’area dell’Azienda, vanno segnalati:  il Palazzo del Quirinale sede della Presidenza della Repubblica; Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica; Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio; la sede del Ministero dell’Economia e Finanza; la sede centrale della Corte dei Conti a Roma; Palazzo di Giustizia, e tutte le altri sedi giudiziali, di Napoli.


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