Nuove tecnologie e organizzazione aziendale: come l’industria 4.0 sta cambiando il lavoro.

A cura di Sean de Courcy Williams

L’industria 4.0 e le conseguenti strategie per l’implementazione delle nuove tecnologie all’interno dei processi produttivi e aziendali, impongono oggi un ripensamento dei modelli organizzativi del lavoro a cui siamo stati abituati.
 
Per garantire il loro funzionamento - o piuttosto per riuscire a cogliere a pieno le potenzialità a cui queste nuove tecnologie forniscono accesso – diventa sempre più fondamentale riuscire a coinvolgere i lavoratori attraverso l’implementazione di nuove strategie che ne aumentino l’autonomia e la cooperazione. Senza considerare che sono in parte le stesse tecnologie 4.0 a cambiare il nostro modo di lavorare, introducendo contenuti che sono sempre meno operativi e più di controllo, di regolazione e di soluzione dei problemi.
 
Lasciatemi fare un breve esempio pratico, legato a ciò di cui ci occupiamo noi di Mainsim: pensiamo alla semplice introduzione di un moderno software CMMS (acronimo di Computerized Maintenance Management System) all’interno di una facility. L’adozione di una tale tecnologia permette di gestire la manutenzione in contesti complessi, rispondendo alle esigenze di mobilità e di interazione di tutti gli attori coinvolti. Ma non solo. Attraverso l’individuazione e il monitoraggio di KPI condivisi da parte degli addetti alla manutenzione e dei loro manager, permette loro di abbattere i tempi e i costi della manutenzione, modificando radicalmente il modo di lavorare e aiutando gli amministratori a prendere decisioni data-driven.
 
Al giorno d’oggi due imprese italiane su tre faticano però ad innovare. Questo è in parte riconducibile a gap culturali che ci trasciniamo dietro, ma anche alla difficoltà che spesso viene dimostrata nel riuscire ad adattarsi a nuovi modelli organizzativi altrove già consolidati, che faciliterebbero l’introduzione di quelle tecnologie fondamentali al passaggio ad un’industria 4.0.
 
Ma che cos’è l’industria 4.0, di preciso?

Sebbene il termine sia ormai entrato a far parte del nostro vocabolario, accade spesso che si generi un po’ di confusione intorno a questo concetto. Perciò può essere utile provare a chiarirlo una volta per tutte.

Con il termine Industria 4.0 ci riferiamo comunemente al processo di automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie digitali, le quali hanno un impatto profondo in diversi ambiti di sviluppo:
  1. Utilizzo dei dati e connettività, coinvolgendo i così detti big data, gli open data, l’IoT, il machine-to-machine e il cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione.
  2. Analytics. Una volta raccolti i dati, infatti, è necessario elaborarli e analizzarli per crearne un valore. Si stima che oggi solamente l’1% dei dati raccolti venga effettivamente utilizzato dalle imprese, che potrebbero invece ottenere vantaggi strategici a partire dal machine learning e cioè dalle macchine che perfezionano la loro resa imparando dai dati mano a mano che essi vengono raccolti e analizzati.
  3. Interazione uomo-macchina, la quale coinvolge le tecnologie touch (che ormai abbiamo imparato tutti a conoscere bene) e la realtà aumentata.
  4. Passaggio dal digitale al reale, contemplando tecnologie quali la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni.
     
Industria 4.0 non significa però soltanto introdurre nuovi macchinari e nuove tecnologie in modo statico. Significa anche riuscire ad adattare la nostra mentalità e i nostri schemi, per cogliere al meglio le potenzialità che questa quarta rivoluzione industriale porta con sé. Per loro natura infatti le nuove tecnologie agevolano forme di coordinamento orizzontale e di cooperazione diretta tra lavoratori, incentivando lo scambio di informazioni e garantendo un maggior coinvolgimento degli stessi. Il lavoro perde progressivamente le caratteristiche di pura manualità, mescolando interventi pur sempre manuali (si pensi per esempio ad attività di manutenzione diretta) a forti capacità di analisi tecniche e di diagnosi, attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia impiegata. In questi nuovi modelli evoluti di business, ormai alla portata di tutti, il coinvolgimento dei lavoratori non è più solo un fenomeno occasionale attivato in funzione di un progetto di cambiamento, ma piuttosto uno strumento permanente, istituzionalizzato all’interno delle aziende stesse, in un processo continuo ispirato al concetto di organizzazione che apprende. Per questo motivo è essenziale riuscire ad assicurare la circolazione delle conoscenze tecniche, delle informazioni e dei dati, garantendo la possibilità di condividere i problemi, i metodi e le soluzioni, adattandosi in questo modo al paradigma messo in campo da internet e dalle tecnologie digitali che hanno condizionato e condizioneranno sempre più il mondo in cui viviamo.