UN PIENO D'ENERGIA PER L'AMBIENTE - Le fonti rinnovabili

Data di pubblicazione: 01 FEB 2010

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La ricerca scientifica spesso non è andata di pari passo con il rispetto per la natura, ma lo sviluppo di nuove fonti rinnovabili sembra invertire la tendenza. Dall’eolico, alle biomasse, al geotermico si apre una nuova epoca. Alla quale devono partecipare anche i Facility Manager per esempio riducendo i troppi sprechi e favorendo il riciclaggio. L’esempio Usa per un ufficio ecosostenibile e più economico

Da anni ormai i fautori del rispetto per l’ambiente guardano con fiducia al progresso tecnologico, nella speranza che questo porti nuove soluzioni in grado di rendere sempre più concreto e attuabile il concetto di ecosostenibilità. Sfortunatamente, non sempre questa  fiducia è stata corroborata dai fatti. Circa due decadi orsono, ad esempio, quando i computer hanno visto aumentare esponenzialmente la loro diffusione, in molti hanno predetto la virtuale scomparsa della carta dagli uffici. La realtà si è rivelata ben diversa: ogni giorno sulla scrivania dell’impiegato medio statunitense passa circa un chilogrammo di carta, proveniente per la maggior parte dalla stampa di e-mail o di altri documenti elettronici. I maggiori uffici legali producono circa un milione di fogli di carta al mese; molte newsletter vengono ora pubblicate elettronicamente, ma si calcola che nei soli Stati Uniti ve ne siano ancora 150.000 stampate su carta, cifra che dovrebbe aumentare del 40% nei prossimi anni dato che la maggior parte delle persone preferisce ancora leggere dalla tradizionale pagina stampata piuttosto che dal monitor del computer.
Vi sono aree, però, nelle quali la tecnologia ha avuto maggior successo nel fornire un solido apporto al concetto di ecosostenibilità, come ad esempio quella legata allo sviluppo di fonti energetiche pulite e rinnovabili, note anche come “future fuels”. È vero che alcuni di questi carburanti non hanno saputo rispettare le grandi aspettative sollevate in origine, ma altri, attualmente in fase di sviluppo, sembrano invece essere molto promettenti. La necessità di liberarsi dalla dipendenza dal petrolio negli ultimi anni ha condotto a potenziare sia la ricerca che lo sfruttamento di queste nuove fonti di energia e quindi il futuro potrebbe aprire nuovi e positivi orizzonti dal punto di vista della sostenibilità.
Vediamo perciò quali sono, tra i cosiddetti “future fuels”, quelli che i ricercatori giudicano come dotati del maggior potenziale.

Energia eolica: il potenziale di questa fonte energetica è ancora largamente inespresso, ma il suo utilizzo è in forte crescita. Secondo lo U.S. Department of Energy (DOE) nel 2008 sono stati aggiunti alla rete elettrica nazionale circa 5000 megawatt provenienti da fonte eolica, il 47% in più rispetto all’anno precedente. Si tratta del maggior incremento mai registrato in una singola nazione ed è frutto di una altrettanto notevole serie di investimenti (9 miliardi di dollari nel solo 2007). Queste cifre continueranno a crescere nei prossimi anni, ma è giusto notare come al momento quella eolica rappresenti solo il 2% di tutta l’energia consumata negli Stati Uniti. Il motivo è semplice: la tecnologia di sfruttamento del vento è stata notevolmente sviluppata e perfezionata negli ultimi anni, ma quella eolica resta una fonte di energia molto costosa e sviluppare una “wind farm” può richiedere anche il doppio delle risorse finanziarie necessarie a edificare una centrale a carbone.

Carburanti a base di biomassa: sono quelli derivati da fonti biologiche, e quindi sostenibili, come ad esempio legname, paglia e scarti vegetali. Questi carburanti sono già ampiamente diffusi, ma presentano un problema: una notevole percentuale dell’energia che potrebbero produrre va persa nel processo di combustione, a causa di una tecnologia di sfruttamento ancora arretrata. Superare questo ostacolo dovrebbe essere comunque abbastanza semplice e si prevede perciò che i carburanti a biomassa vedranno crescere in maniera decisa il loro utilizzo in tutto il mondo.

Energia geotermica: il progresso tecnologico sta facendo molto per accrescere l’efficienza nello sfruttamento dell’energia geotermica, rendendo sempre più conveniente il suo utilizzo. Gli Stati Uniti sono una delle nazioni leader nel campo dello sfruttamento di questa fonte, producendo da soli il 30% del totale mondiale di energia geotermica.

Cosa possono fare i Facility Manager?
Il progresso tecnologico ha contribuito a rendere gli edifici sempre più efficienti dal punto di vista energetico, ma vi sono ancora molti semplici passi che i Facility Manager possono compiere per perpetuare e accelerare questo processo.

Ridurre, riutilizzare, riciclare. Questa formula in tre passaggi può sembrare ormai un cliché datato, ma in realtà non ha perso né di efficacia né di importanza. Il primo passo è, come sempre, avere un quadro preciso dei consumi di ogni tipo di risorsa presente nell’edificio, dalla carta fino all’energia. Il secondo è trovare metodi efficaci per ridurre il loro utilizzo. Tutto quello che non viene completamente consumato va poi esaminato e se possibile destinato a un nuovo impiego. Infine, è opportuno avere un programma serio ed efficiente di raccolta differenziata dei rifiuti, così da essere certi che davvero nulla vada sprecato. Per comprendere quanto questo passaggio sia importante basta considerare che, ad esempio, ogni tonnellata di carta che sfugge al processo di riciclaggio provoca indirettamente l’abbattimento di 17 alberi.

Abbassare i consumi energetici. Secondo i dati dello U.S. Department of Energy, il 22% di tutta l’elettricità generata negli Stati Uniti viene impiegata per i processi di illuminazione. La tecnologia oggi offre molte diverse soluzioni destinate a ridurre al minimo l’ammontare di energia necessaria ad illuminare gli edifici, ed il Facility Manager ha la responsabilità di conoscerle e implementarle.

Regolare il riscaldamento. Si stima che in un edificio ad uso ufficio di medie dimensioni, abbassare la temperatura media degli ambienti di due gradi durante l’inverno e innalzarla di altrettanti durante l’estate può prevenire l’immissione di 1000 kg di biossido di carbonio nell’atmosfera. E tutto ciò senza apportare un disagio apprezzabile al personale.

Creare un ufficio davvero senza carta. È ormai comune trovare in calce alle e-mail aziendali una nota che incoraggia il ricevente a non stampare i messaggi di posta elettronica. Si tratta di un piccolo accorgimento che può però avere un enorme effetto positivo, anche perché, come già detto, la maggior parte della carta che occupa oggi le scrivanie degli uffici è il risultato della stampa di messaggi e documenti elettronici.

Un ultimo, importante passo deve essere compiuto delle aziende nel loro complesso e consiste nell’utilizzare la tecnologia per ripensare in maniera più ampia e flessibile il concetto di luogo di lavoro. Il telelavoro, ad esempio, permette ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni da casa o da una piccola sede satellite dell’azienda, risparmiando loro la necessità di percorrere quotidianamente molti chilometri per raggiungere l’ufficio. I vantaggi sono molteplici: un minor numero di macchine per strada, con conseguente riduzione delle emissioni e del consumo di benzina, una taglio dei costi dei servizi per l’azienda e un miglioramento nella qualità della vita dei dipendenti, fattore che a sua volta permette all’organizzazione di attrarre e mantenere le migliori risorse.

La tecnologia, in conclusione, sta davvero offrendo alle aziende una lunga serie di strumenti per migliorare la propria produttività, incrementare il benessere e la salute dei dipendenti e al contempo rendere le proprie sedi davvero ecosostenibili. Ai Facility Manager va ora il compito non solo di imparare a sfruttare al meglio questi strumenti, ma anche di promuoverli efficacemente all’interno delle proprie organizzazioni.

Tratto da: High Tech and Green di Tom Morrison, FMJ Maggio-Giugno 2009