Gare per i servizi locali, la sfida-qualità

Data di pubblicazione: 01 FEB 2016
Sia lo ”sblocca-Italia” sia il Ddl sugli appalti tengono conto solo in parte delle esigenze di cambiamento

Di Vera Viola, da Il Sole 24 Ore Focus del 1° febbraio 2016

Otto le gare Consip in corso per il facility management nel settore degli uffici che dovrebbero concludersi nel 2016, per un valore di circa 10 miliardi. Riguardano i comparti beni culturali, sicurezza, energia per la sanità, pulizia delle caserme ed ancora energia, alla quarta edizione. Altre quattro le gare concluse nel 2015 per il facility management, che hanno dato vita ad altrettante convenzioni. L’affidamento dei servizi della pubblica amministrazione passa per la centrale acquisti. E anche per questo settore il disegno di legge delega sulla riforma del Codice degli appalti accenna a qualche modifica procedurale.
 
“La gestione dei servizi alle città sta subendo una profonda trasformazione — per il Cresme Consulting — pertanto su questo tema c’é grande esigenza di cambiamento: i omuni non riescono più a tenere sotto contollo i servizi urbani, come sicurezza, manutenzione, reti tecnologiche. immagine, design. Si tratta di temi che anche le leggi affrontano in modo diverso, si pensi all‘articolo 24 dello Sblocca Italia che tende a coinvolgere nella gestione e nella progettazione i cittadini, oggi disponibili a anche a dedicare risorse aggiuntive rispetto a quelle che già versano ai comuni”.

Le esperienze di questo tipo all’estero sono numerose e cominciano a farsi strada anche in Italia, al Nord come al Sud. Per il Cresme Consulting il djsegno di legge sulle procedure di appalto accenna ad affrontare questa problematica. All’articolo 1, lettere bb e cc (criteri dl efficienza delle gare) o anche lettera tt. “Sarebbe utile — secondo il Cresrne – che Anac (l’Autorità anticorruzione, ndr) e Consip collaborassero allo scopo di individuare nuovi indirizzi e tipologie di gare d’appalto più innovative. Soprattutto per migliorare la qualità dei servizi. Inoltre, credo sia necessario monitorare, dopo l’assegnazione dell’appalto, gli effetti prodotti dalla tipologia di procedura di assegnazione sul servizio”.

Per Consip, il confronto con il mercato, il monitoraggio non solo della gara ma anche degli effetti di questa sul servizio e il costante adeguamento alle esigenze del committente pubblica amministrazione sono prassi costante. Specie nei settori in cui le convenzioni vengono ripetute, come per le forniture di energia. Inoltre da tempo nel comparto dei servizi è stata adottata la tendenza a integrare diverse prestazioni in un’ottica di efficienza ed economicità. 

Più netto il giudizio degli operatori. “Si avverte l’esigenza di strumenti nuovi al fine di favorire la ripresa del mercato e indurre il Paese a modernizzarsi» commenta IFMA Italia (l’associazione internazionale che riunisce tutti gli operatori del facility management, cioè quella parte del mercato che eroga servizi alle comunità, siano esse aziendali o collettive). IFMA è presente in 94 Paesi con 24mila membri tra cui Coca Cola, Walt Disney, Alcatel, Enel, Ferrero, Gucci, Novartis, che gestiscono circa 10 miliardi di metri quadrati di proprietà, per vendite annuali - in prodotti e servizi - pari a 100 miliardi di dollari.
 
”Consip è un asse portante del sistema economico italiano – secondo Alfredo Romeo, presidente di IFMA Italia – perché dovrebbe determinare e calmierare i costi dei servizi alle pubbliche amministrazioni. Una centrale di acquisti strategica, che muove miliardi di euro all’anno e che di fatto “confeziona” il mercato e le politiche delle amministrazioni territoriali che sono obbligate a rivolgersi a essa. Vorremmo da questa un confronto reale con il mercato”.

Il presidente di IFMA Italia, inoltre, precisa: «Se il governo punta a ridurre le centrali di acquisto dalle attuali 5mila a 30, è contraddittorio puntare sui piccoli appalti”. Dunque, un capitolato di appalto per erogare servizi congrui dovrebbe partire, spiega Romeo –  da una griglia di esigenze: analisi e interpretazione dei bisogni della comunità in oggetto; definizione dei requisiti del servizio che si andrà ad erogare; misurazione dei livelli di qualità; adeguato e moderno sistema di controllo; autentico e professionale governo dei servizi; strumenti per valutare le reali capacità dei soggetti che si presentano sul mercato e che hanno competenze e know-how reali. Infine, conclude Romeo, in materia di nuovo Codice degli appalti e in sede di definizione delle linee guida sarebbe opportuno che “le imprese venissero ascoltate”. 

Esigenze analoghe vengono espresse anche dal settore dei servizi di sicurezza. Bruno Fragnito, presidente dell’Associazione operatori servizi integrati di sicurezza e presidente provinciale della Sezione Trasporti, mobilità, sicurezza di Confindustria Benevento commenta: “Nel comparto della sicurezza non armata, che dà lavoro in Italia a 5 mila persone – dice Fragnito – vengono assegnate gare a prezzi eccessivamente bassi. Ciò ci allarma poiché tale sistema lascia spazio a riciclaggio e infiltrazioni criminali. Chiediamo maggiori controlli”.